Prestiti cambializzati per liberi professionisti

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Come sappiamo, al giorno d’oggi, sono cambiate le modalità di impiego e delle prestazioni lavorative in generale. Il lavoratore ormai non è più colui che dispone di un contratto a tempo indeterminato sicuro, e di uno stipendio mensile fisso sul quale poter contare.

La crisi lavorativa nonché la rapida evoluzione del mercato del lavoro, infatti, ha condotto alla proliferazione di diverse forme di collaborazione lavorativa. Queste sono di certo molteplici e diversificate fra loro, molto distanti dalla classica assunzione a tempo indeterminato. Quest’ultima, di fatto, ha il potere di garantire una stabilità economica al soggetto, tale anche da concedergli la possibilità di poter accedere a numerosi servizi di credito.

Il cambiamento dell’assetto lavorativo ha dirottato certamente molte persone verso una situazione economica precaria, dovuta all’instabilità stessa della tipologia del contratto lavorativo. La crisi e i cambiamenti relativi ai contratti e al mondo del lavoro hanno condotto, dunque, a situazioni economicamente complesse e del tutto instabili e incerte.

Non è infrequente, a tal proposito, sentire che ad un lavoratore precario o libero professionista, venga negato un prestito in banca, o presso qualsiasi altro ente di credito. Ciò avviene a causa della mancanza di requisiti minimi e indispensabili per poter ottenere un finanziamento.

Capita ormai sempre più spesso di avere di fronte situazioni in cui a questa categoria di lavoratori venga precluso l’accesso ai servizi di credito, a causa di una condizione finanziaria inaffidabile e incerta, inadeguata a far fronte al pagamento complessivo del debito e degli interessi aggiuntivi.

Può capitare però, che un libero professionista, il quale possieda un proprio esercizio lavorativo, abbia un immediato bisogno di avere a disposizione una somma di denaro per affrontare delle spese urgenti o improvvise. Pertanto, se sei un lavoratore autonomo ma ti è stato negato un finanziamento in banca o presso qualsiasi altro ente di credito, puoi optare per un prestito cambializzato. Una scelta di finanziamento concessa presso molti istituti finanziari in modo facile, veloce e pensato soprattutto per categorie di utenti con situazioni economiche precarie.

Chi sono i liberi professionisti che possono richiedere un prestito cambializzato

Quando si parla di lavoratori autonomi, o liberi professionisti, come abbiamo accennato, ci si riferisce a quella categoria di soggetti che non ha un fisso mensile derivante da uno stipendio regolato da un contratto di lavoro. Ciò significa che un lavoratore che opera in proprio non è dipendente da nessuno e gestisce liberamente da altri datori di lavoro la propria attività professionale.

Per lavoratori autonomi in generale si può intendere:

  • Ditte individuali
  • Liberi professionisti
  • Chi possiede una propria attività associata a una partita iva
  • Artigiani
  • Commercianti
  • Freelance
  • Lavoratori atipici

Come possiamo notare la categoria di “lavoratore autonomo” comprende al proprio interno una grande varietà di casi di professionisti che possiedono una attività lavorativa libera e indipendente. Un lavoratore autonomo, dunque, può contare certamente su uno stipendio mensile che però può variare a seconda dei profitti lavorativi mensili. Ciò significa che il fisso mensile può essere variabile: può essere più o meno alto a seconda dei diversi fattori che possono incidere sull’attività lavorativa.

Certamente un libero professionista, per la natura stessa della sua attività lavorativa, non può contare su una busta paga mensile che possa garantire un’entrata sicura sulla quale poter contare, anche in vista di un possibile finanziamento. Allo stesso modo, questa categoria di lavoratori non può contare neanche sulla possibilità di sfruttare la cessione del quinto.

Motivi per cui ad un lavoratore autonomo viene negato un prestito

Dopo aver considerato chi possano essere i lavoratori autonomi, posiamo chiederci quali siano le motivazioni che portano un dato ente di credito a diffidare di questi casi specifici.

Come abbiamo detto, una situazione finanziaria instabile è dovuta alla mancanza di una busta paga, ovvero di uno stipendio mensile fisso in grado di garantire una tranquillità economica al soggetto in questione. A causa di tale mancanza un lavoratore autonomo può trovarsi in serie difficoltà finanziarie: sia a causa delle spese di tutti i giorni che a volte possono essere davvero incombenti, sia, anche, per quanto riguarda le spese da affrontare mensilmente legate alla propria attività lavorativa. Queste ultime, in particolar modo, possono aggravare maggiormente una situazione già di per sé molto delicata e difficoltosa.

Quando un lavoratore che esercita un’attività lavorativa in proprio si reca presso una banca per chiedere un finanziamento, difficilmente può sperare che gliene venga concesso uno con facilità. Vi sono, infatti, dei requisiti indispensabili per poter ottenere un prestito presso una banca o presso altri enti di credito, in assenza dei quali non si può sperare di ottenere nulla. Quali sono, dunque, i motivi principali per cui gli enti di credito si rifiutano di accordare un prestito a un lavoratore autonomo?

Le motivazioni, certamente possono essere varie e anche molto specifiche e dettagliate, e dipenderanno di certo dai casi singoli dei richiedenti e dalla loro determinata situazione. Tuttavia possiamo individuare delle cause principali per cui una banca possa rifiutarsi di concedere un prestito a un libero professionista:

  • Mancanza di una situazione reddituale stabile
  • Stipendio mensile sempre troppo basso e quindi insufficiente
  • Anzianità lavorativa

Certamente le prime due motivazioni non richiedono una spiegazione. È chiaro il motivo per cui la condizione reddituale instabile o troppo bassa sia un elemento che porti ad uno svantaggio rispetto alla concessione di un prestito. Un lavoratore autonomo che non abbia uno stipendio alto o per lo più stabile, infatti, non avrà la fiducia dell’ente di credito, in quanto potrebbe non essere in grado di pagare le rate e di affrontare le spese di un debito relativo a un finanziamento.

L’anzianità lavorativa come garanzia di stabilità per un libero professionista

D’altra parte può essere interessante concentrarsi sul concetto di anzianità relativo all’attività professionale. Come abbiamo visto, l’anzianità lavorativa è una delle motivazioni che possono ostacolare la concessione di un finanziamento, soprattutto quando si sta prendendo in considerazione un’attività che non gode di molta fortuna.

Tuttavia bisogna sapere anche che, quello di anzianità è un concetto ambivalente, in quanto può avere sia un valore positivo sia negativo, a seconda della situazione specifica che si sta considerando. Infatti, quando un lavoratore autonomo, il quale possieda una solida e profittevole attività professionale, decide di recarsi presso un ente di credito per richiedere un finanziamento, l’anzianità, in questo caso, può essere una motivazione a favore del richiedente per ottenere la giusta fiducia da un ente finanziario.

Pertanto, quando si parla di anzianità in ambito lavorativo ci si riferisce alla stabilità dell’attività lavorativa stessa. L’anzianità lavorativa certamente consente di analizzare, a posteriori, l’andamento di una attività professionale lungo il corso del tempo.

Per cui per fare un quadro circa la situazione di un lavoratore autonomo e del suo lavoro si andrà a fare una considerazione globale riguardo alle entrate mensili, ai profitti e alla situazione economica, più o meno solida, dell’esercizio professionale in questione.

A tal proposito, possiamo dire che se un lavoratore autonomo ha avviato da poco tempo un’attività, certamente l’ente di credito non può avere alcun dato certo che possa garantirgli di aver a che fare con un esercizio lavorativo stabile o che comunque sia in grado di produrre un guadagno all’altezza della concessione di un prestito. L’anzianità lavorativa in tal senso gioca un ruolo centrale per la stabilità relativa al pagamento delle rate.

Per i lavoratori autonomi occorrono, dunque, almeno 12 mesi di anzianità di lavoro affinché la banca o qualsiasi altro ente di credito possa riconoscere la giusta fiducia nei confronti del libero professionista e della sua attività. Se ciò avviene, allora, il richiedente può contare sull’ottenimento del prestito.

Il prestito cambializzato per lavoratori autonomi o liberi professionisti

Nel caso in cui l’anzianità lavorativa fosse scarsa o dubbia, e incapace di dare la fiducia necessaria per un finanziamento, al lavoratore autonomo molto probabilmente non verrà concesso il denaro di cui necessita. Cosa si può fare in questi casi? In queste situazioni, una buona opzione di scelta può essere quella di rivolgersi presso un istituto di credito che eroghi il denaro attraverso una formula di prestito che è quella che si paga con le cambiali.

Il finanziamento cambializzato è una tipologia di prestito non finalizzato, per cui non richiede di specificare la motivazione che muove un soggetto a richiedere un prestito. Oltre a ciò consente di ottenere il denaro necessario anche nel giro di sole 48 ore. Un vero vantaggio per chi abbia bisogno immediato di liquidi.

Il prestito cambializzato per liberi professionisti molto spesso è l’unica possibilità che consente a un soggetto di poter accedere ad una somma di denaro in tempi veloci e senza la necessità di essere in possesso di determinati requisiti finanziari o di una situazione economica stabile.

In questo senso, il prestito cambializzato è pensato principalmente per coloro che si trovano in carenza di denaro e che vengono diffidati dalle banche non possedendo una busta paga che possa fare da garanzia.Dalla parte del creditore, infatti, questo genere di prestito viene considerato tra le tipologie di finanziamento meno sicure per le agenzie di credito. A ciò sopperisce il valore della cambiale la quale può tutelare il creditore da eventuali rischi di insolvenza.

Una cambiale essendo un titolo esecutivo, consente all’ente finanziario di tornare sempre in possesso del denaro che ha concesso, attraverso le garanzie che sono indicate nel contratto di finanziamento. La cambiale consente perciò di operare un pignoramento sui beni in possesso del debitore qualora questo non riuscisse più a pagare le rate del debito.

Per questo motivo bisogna sapere che, come per ogni prestito, anche un finanziamento cambializzato ha bisogno di requisiti minimi indispensabili. Questi, infatti, consentiranno di poter accordare il finanziamento in tempi rapidi e utili al richiedente. Quali sono, a tal proposito, i requisiti necessari affinché possa essere concessa una certa somma di denaro in favore di un lavoratore autonomo?

I requisiti e le garanzie associati ad un finanziamento cambializzato per liberi professionisti

Come abbiamo specificato in precedenza l’anzianità dell’attività lavorativa può essere un requisito positivo capace di concedere la fiducia necessaria per un prestito. In questo caso, la garanzia dell’anzianità, qualora questa fosse indice di un’attività lavorativa profittevole, deve essere certificata in qualche modo, attraverso una documentazione precisa e dettagliata che possa mostrare alla società di credito l’andamento fruttuoso dell’esercizio lavorativo che si sta valutando.

Pertanto, affinché possa essere stipulato un contratto di finanziamento a favore del richiedente, è possibile che al lavoratore vengano richiesti i documenti relativi all’attività quali:

  • Dichiarazione dei redditi
  • Documenti che attestino la solidità dell’attività svolta

Questi documenti saranno in grado di dimostrare e garantire la presenza di un‘entrata mensile più o meno accettabile. A partire da questo, infatti, l’ente di credito potrà avere la certezza di avere di fronte un libero professionista capace di farsi carico di un prestito e dunque del relativo saldo del debito. D’altra parte, la dichiarazione dei redditi è l’unica garanzia sulla quale un lavoratore autonomo possa fare affidamento, considerando che, diversamente dai lavoratori dipendenti e dai pensionati, non può contare su uno stipendio o su una pensione di riferimento.

Le garanzie

Oltre alla dichiarazione dei redditi e all’anzianità lavorativa che costituiscono i requisiti affinché possa essere concesso il prestito, vi sono anche le garanzie minime di un prestito cambializzato, le quali vengono richieste proprio dall’agenzia di credito. Le garanzie da dover presentare per un finanziamento che si paga tramite cambiali sono:

  • Beni in possesso
  • Immobili di proprietà
  • Garante

Tali garanzie vengono richieste non solo in un prestito cambializzato per liberi professionisti, ma anche in un finanziamento cambializzato in generale. Queste infatti, in virtù del valore intrinseco della cambiale, hanno il compito di far tornare il creditore in possesso del denaro in modo alternativo. Ciò accade quando il richiedente non riuscisse più a fare fronte al pagamento delle rate e delle scadenze mensili del debito.

Nel caso in cui il lavoratore andasse incontro a situazioni irrisolvibili di insolvenza, l’agenzia di credito potrà recuperare il denaro erogato proprio attraverso le garanzie che il richiedente avrà indicato nel contratto di finanziamento. In questo caso il creditore potrà avviare una procedura giudiziaria finalizzata al pignoramento degli immobili oppure a venire in possesso dei beni indicati.

Nel caso del garante, invece, si tratta di affidare l’intero carico del prestito ad una terza persona che provvederà a saldare tutte le rate del debito. il garante deve necessariamente essere in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Diversamente dalle altre garanzie, certamente la figura del garante è tra quelle più richieste e più facilmente accordabili per ottenere un prestito cambializzato per liberi professionisti. 

Chi sono i liberi professionisti Perché vengono diffidati dalle banche Garanzie del prestito cambializzato
Ditte individuali Reddito mensile instabile Anzianità lavorativa proficua
Chi ha un’attività propria associata a p. iva Stipendio mensile insufficiente Beni in possesso
Artigiani Anzianità lavorativa poco proficua Immobili di proprietà
Commercianti Garante
Freelance
Lavoratori atipici