Indice dei contenuti
- Che cos'è un prestito con cambiali?
- Prestiti cambializzati per dipendenti pubblici
- Importo massimo ottenibile
- Requisiti del richiedente
- E i cattivi pagatori?
- La polizza assicurativa: che cos'è e quando serve?
I dipendenti pubblici godono di una posizione favorevole: hanno un lavoro fisso – spesso a tempo indeterminato. Inoltre il loro datore di lavoro è lo Stato, o un Ente Regionale o Comunale. Quindi godono di una stabilità non indifferente, che tante categorie di richiedenti invidiano. Per loro ottenere un prestito è molto facile, indipendentemente dal tipo di finanziamento richiesto. Anche i prestiti cambializzati possono ottenerli con facilità, ma bisogna sapere come fare, e a chi rivolgersi. Scopriamolo insieme nelle prossime righe.
Che cos’è un prestito con cambiali?
Partiamo dalle origini, cercando di dare una definizione chiara di prestito con cambiali. Si tratta di un finanziamento non finalizzato, a cui possono accedere quasi tutti. La particolarità di tale prodotto creditizio sta nel fatto che viene risarcito tramite delle cambiali. Queste sono un titolo di credito esecutivo, e funge anche da garanzia – oltre che da metodo di rimborso. Ciò significa che, in caso di insolvenza da parte del debitore, la banca (o in generale il prestatore) ha diritto a entrare in possesso dei beni del moroso per rientrare del denaro elargito. Quindi il debitore diventa un protestato o un cattivo pagatore, e il creditore invece gli pignora i beni.
Proprio per questa particolarità è bene sottoscrivere un prestito con cambiali solo ed esclusivamente se siamo in grado di risarcire il debito. In caso contrario potremmo riscontrare non pochi problemi, finanziari e legali!
Prestiti cambializzati per dipendenti pubblici
Vediamo ora di entrare nello specifico, parlando dei prestiti con cambiali destinati ai dipendenti pubblici. Coloro che sono impegnati nel pubblico impiego possono ottenere finanziamenti speciali, a loro dedicati. Di solito tali prodotti creditizi sono gestiti o elargiti dall’ente di previdenza sociale Inps – ex Inpdap – e da banche e istituti di credito in convenzione con lo stesso. In questo caso il richiedente può accedere a dei Prestiti molto convenienti, caratterizzati da tassi di interesse agevolati – e restituzione tramite titoli cambiari.
Il richiedente deve lavorare nel settore pubblico. Deve poi essere assunto con un regolare contratto di lavoro a tempo indeterminato, o determinato (se con durata minima di 3 anni). Infine deve essere iscritto alla Gestione Unitaria delle Prestazioni Sociali e Creditizie – dimostrando di aver versato regolari contributi alla stessa.
Importo massimo ottenibile
Ma quanto possiamo richiedere con un simile finanziamento? Diciamo che il valore del prestito può subire variazione, in base alle condizioni specifiche del richiedente. Il massimo capitale finanziario infatti dipende dal suo profilo professionale, dal tipo e dalla durata del suo contratto di lavoro, e dalla sua rendita mensile. Di solito chi lavora nel settore pubblico gode di maggiori agevolazioni, e può ottenere un prestito anche consistente. Il lavoratore pubblico o ministeriale può ottenere infatti fino a 80 mila euro. Il provato invece può accedere a un massimo di 50 mila euro. La differenza quindi è notevole!
Come abbiamo detto l’importo massimo erogabile dipende da varie peculiarità, tra cui:
- L’ammontare del TFR (Trattamento di Fine Rapporto) accumulato fino al momento della richiesta. Fa fede quindi l’anzianità lavorativa del richiedente;
- Il tipo di contratto di cui gode il richiedente;
- La busta paga che ogni mese riceve dal datore di lavoro, o dall’amministrazione pubblica presso cui svolge servizio.
Vista la crisi del momento però è probabile che la banca richieda ulteriori garanzie, soprattutto in caso di dipendenti privati.
Requisiti del richiedente
Per accedere al prestito con cambiali destinato ai dipendenti pubblici non basta lavorare nel settore pubblico. Infatti è indispensabile avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato (o con scadenza lunga), e dimostrare di essere iscritti alla Gestione – come abbiamo detto prima. Bisogna avere una certa anzianità lavorativa presso lo stesso datore di lavoro (anche se con mansioni diverse). Anche il valore dello stipendio mensile conta, e influisce sul valore delle singole rate, oltre che sull’importo massimo erogabile.
Se pensi di soddisfare tutti questi requisiti puoi procedere con l’avanzamento della domanda di prestito con cambiali. Per velocizzare la pratica munisciti preventivamente di tutti i documenti che servono! Nel dettaglio avrai bisogno di:
- una copia del tuo contratto di lavoro;
- le ultime buste paga mensili (vanno bene anche due);
- la carta d’identità in corso di validità;
- il codice fiscale o la tessera sanitaria;
- una bolletta di utenza domestica per dimostrare la veridicità del domicilio fiscale fornito alla banca;
- eventuali altri beni che possiamo usare come garanzia, se la sola busta paga non dovesse bastare.
Se usiamo un garante dovremo dare alla banca anche tutti i documenti di identità e di reddito di quest’ultimo.
E i cattivi pagatori?
I prestiti con le cambiali sono tra i più diffusi tra i protestati e i cattivi pagatori. Anche i prestiti per i dipendenti pubblici possono essere sottoscritti da queste persone, purché si tratti di un finanziamento cambiario. Se il richiedente risulta iscritto al registro Crif (cattivi pagatori) o ha subito un protesto negli ultimi tempi può ricevere di nuovo credito dalle banche. In questo caso si sottoscrive una Cessione del Quinto da risarcire tramite cambiali. Questa è una soluzione creditizia molto veloce, e anche facile da sottoscrivere. Le rate mensili previste per il risarcimento vengono prese direttamente dalla busta paga del debitore. Esso deve però firmare una cambiale da porre come garanzia. Il valore di tale titolo di credito deve coprire l’intero importo del debito. In caso di insolvenza la banca può incassare la cambiale.
Con la cessione del quinto la banca è anche più sicura. Le rate infatti sono pagate dal datore di lavoro (in questo caso lo Stato, la Regione o il Comune). Per farlo trattiene il valore delle rate dallo stipendio del suo dipendente, e gira questo denaro al creditore. Il debitore quindi non può risultare insolvente, perché avrà una partecipazione passiva in tutto.
La polizza assicurativa: che cos’è e quando serve?
In caso di cattivi pagatori, protestati o dipendenti con contratto di lavoro in scadenza può essere necessaria la sottoscrizione di una polizza assicurativa. Questa serve per tutelare il richiedente, ma anche la banca – che in ogni caso rientrerà del capitale emesso. Anche i lavoratori privati devono firmare la polizza, in quanto possiedono meno benefici e vantaggi di quelli pubblici.