Indice dei contenuti
- Cosa sono i tassi di interesse?
- TAN e TAEG
- Attenzione al tasso usuraio!
- Quanto costa un prestito cambializzato?
- Più garanzie, meno interessi
Se pensiamo di sottoscrivere un prestito dobbiamo valutare quale sia la migliore proposta del mercato, per riuscire a ottenere un prestito conveniente. Farlo è molto semplice, basta sapere a cosa guardare. La prima cosa su cui soffermarci sono i tassi di interesse. Se questi sono alti significa che il prestito è costoso, e che dovremo rendere alla banca una cifra molto più alta di quella che abbiamo ricevuto. Se invece i tassi di interesse sono abbastanza bassi possiamo risparmiare, e anche molto.
Vediamo quindi quali sono i tassi di interesse di un prestito cambializzato, e come fare per sostenere dei costi molto piccoli, nei prossimi capitoli di questa guida!
Cosa sono i tassi di interesse?
Vediamo prima nello specifico cosa sono i tassi di interesse di un prestito. I tassi di interesse sono i costi che dobbiamo sostenere per il prestito. La banca eroga una determinata somma, e la rivuole indietro tramite il pagamento di piccole rate mensili (o cambiali, nel caso di un finanziamento cambiario). Tuttavia non dobbiamo rendere solo quanto ricevuto: la somma sarà maggiorata, visto che le spese del prestito sono a carico del richiedente. Quindi, oltre al capitale percepito, daremo alla banca ulteriore denaro – che sarebbe la sua parcella. Nei tassi di interesse sono comprese anche tutte le altre spese, come commissioni, istruttoria ed eventuali assicurazioni. Ogni prestito prevede degli interessi diversi, anche in base alla banca che lo elargisce. Tuttavia tutti gli istituti di credito devono applicare un tasso che non sia eccessivo, secondo quanto stabilito da Banca d’Italia.
Ma come facciamo a sapere quanti interessi dovremo pagare in un prestito? Ci basterà guardare al TAN e al TAEG, di cui parleremo nel prossimo capitolo. Il valore di questi si trova nel contratto del prestito.
TAN e TAEG
Cosa sono di preciso TAN e TAEG?
- Il TAN, ossia Tasso Annuo Nominale, è il tasso di interesse puro applicato al finanziamento. Ci indica quindi quanto la banca percepisce da tale operazione. In parole povere, è il guadagno della banca. Il valore del TAN ci indica quanto dovremo versare ogni anno alla banca;
- Il TAEG, ovvero Tasso Annuo Effettivo Globale, è un tasso di interesse indicativo, che ci permette di capire il costo globale del prestito. Quindi il TAN è compreso nel TAEG, insieme a tutte le altre spese previste per il finanziamento. Possiamo trovarvi per esempio i costi relativi alla sottoscrizione di una polizza assicurativa, o all’apertura e al mantenimento del conto corrente. Talvolta possono esserci costi relativi alla gestione della pratica, o alle operazioni di pagamento. Non sono invece comprese nel TAEG le spese di perizia, quelle notarili, e le imposte.
Se vogliamo capire quanto costa un finanziamento quindi non dovremo guardare al TAN, ma al TAEG. Infatti questo comprende tutti i costi del prestito, e possiamo avere una visione chiara su quanto effettivamente spenderemo per l’operazione.
Attenzione al tasso usuraio!
Come abbiamo detto ogni banca può applicare tassi di interesse diversi per ogni tipo di prestito. Tuttavia non possono decidere in completa autonomia, altrimenti applicherebbero tassi esorbitanti. Per regolare gli istituti di credito, e non permettergli di approfittarsi di un’eccessiva libertà, la Banca Centrale Europea stabilisce un limite da non superare.
Il tasso della BCE è l’indicatore generale dell’intero sistema – e viene chiamato quindi tasso di riferimento. La BCE fornisce un parametro generale per definire le principali operazioni di finanziamento. Tale soglia è facilmente consultabile online. Prima di sottoscrivere qualsiasi tipo di prestito dobbiamo verificare che non venga applicato un tasso di interesse eccessivo, detto usuraio. In questo caso possiamo denunciare la banca, in quanto sta facendo un’operazione illegale.
Quanto costa un prestito cambializzato?
Il prestito cambializzato è uno dei finanziamenti più costosi in assoluto, per questo non tutto le banche se ne occupano. Perché però accade questo?
- Tale prestito viene concesso anche a cattivi pagatori, protestati, disoccupati, e categorie simili. Per questo motivo la banca considera il finanziamento rischioso, perché non sa se il denaro elargito gli tornerà indietro senza difficoltà. I tassi di interesse sono quindi alti, proprio per la motivazione appena espressa. La politica di rischio infatti è uno dei principali criteri adottati dalla banca per stabilire gli interessi di un prodotto creditizio. Tale politica cambia di banca in banca, e viene elaborata su dati statistici. Serve per mantenere l’insolvenza sotto un determinato livello, e non perdere troppo denaro. Quindi ogni banca ha un suo parametro per definire un prestito rischioso o meno. Se la percentuale di rischio è alta (perché il richiedente non è affidabile per esempio) il prestito sarà costoso. Se poi tale valore supera la soglia limite stabilita la banca non concede il finanziamento.
Se vogliamo sperare di ottenere un prestito poco costoso dovremo fornire alla banca maggiori garanzie, solide e sicure, per far sì che il rischio cali.
Più garanzie, meno interessi
Come abbiamo detto se forniamo alla banca le giuste garanzie il prestito può risultarti meno costoso. Questo perché l’istituto di credito avrà maggiori sicurezze di ricevere indietro il denaro elargito. Considera quindi il prestito meno rischioso, dato che è certo che il capitale prestato gli sarà reso. Vediamo quindi come rassicurare il creditore!
- L’età influisce sulla percentuale di rischio. I soggetti giovani sono considerati più affidabili di un anziano, specie se con patologie. Questo perché, superata una certa età, il rischio di morte è alto. I soggetti con più di 70 anni, se non vogliono pagare troppi interessi, possono sottoscrivere una polizza assicurativa per il rischio morte.
- Anche le garanzie reddituali sono determinanti. Una persona con un lavoro a tempo indeterminato, e con uno stipendio accettabile, può ottenere prestiti convenienti. Al contrario i lavoratori autonomi, i disoccupati, e le casalinghe sono considerati categorie a rischio. Per far scendere la percentuale dovranno presentare ulteriori garanzie: un garante o fideiussore che si fa carico del debito in caso di insolvenza, un bene di valore da impegnare (un gioiello, una barca, e cose simili), oppure anche un immobile da ipotecare per il valore del prestito (una casa di proprietà del richiedente, un locale commerciale, un garage, eccetera).